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Massii…

  • Sara Corcione 4ªB
  • 27 feb 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

E così un giorno ti svegli e ti dicono: c’è la guerra. E tu che due giorni prima eri ancora in vacanza con gli amici. E ti chiedi come sia possibile, cosa sia accaduto. Poi ti rendi conto che è inutile cercare una spiegazione, certe cose accadono anche senza un motivo, solo per interessi che vanno al di là della comprensione umana. Quando inizia ad avere più valore il denaro della gente, allora sarebbe il momento di farsi due domande, di chiedersi perché. Ma ormai è troppo tardi e tu non puoi farci niente. Né tu né io possiamo farci niente, purtroppo. Possiamo solo andare avanti con le nostre vite. Alzarci presto al mattino per andare al lavoro, andare a fare la spesa come ogni venerdì sera e uscire con gli amici a prendere un caffè. Dobbiamo stare zitti zitti, tranquilli, qui non succede niente, tutta fiction. Così nessuno si preoccupa e possiamo fare l’antipasto senza che ci vada di traverso il cibo. Certamente, nessuna obiezione. Mal che vada il cibo ti andrà di traverso quando vedrai che una bomba ti passa sopra la testa, e lì non ci sarà colpo sulla spalla che serva a far risalire il boccone che ha preso la strada sbagliata. Perché sarà tardi, è tardi.

E ti ritrovi, la sera, a guardare film comici o a parlare di cose triviali, banali, quotidiane. Ormai anche la guerra è il quotidiano, e come tutte le cose quotidiane man mano perde importanza. C’è gente che muore, massii, laggiù, lontano, sono lontano. Il fronte si sposta. Massii, sono lontani. Finché ti ritrovi il fronte sotto casa e allora dici: massii, tanto dovevamo morire comunque prima o poi.

E nel frattempo hai fatto in tempo a goderti ancora un po’ la famiglia, il lavoro, gli amici. Avresti potuto pensare anche di andartene, di scappare. Ma quei “massii” erano riconfortanti, tra le loro braccia ti sentivi al sicuro, e ancora ora ti cullano, tra le loro braccia, mentre intorno a te si apre il fuoco.


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