ADELE FACCIO
- Alice Larocca
- 18 apr 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Nata a Pontebba nel 1920, nipote della celebre scrittrice Sibilla Aleramo,Adele Faccio è stata l’emblema indiscusso delle battaglie per i diritti civili negli anni 70.
Dopo aver studiato lingue all'università di Genova, diventò insegnante di lingue nella stessa università.
Contemporaneamente scelse di lottare per la liberazione dal nazifascismo come staffetta e con nome di battaglia Vittoria.
Al ritorno dei soldati dalla guerra, molti posti di lavoro che si erano liberati per le donne vennero reclamati dagli uomini e le donne furono costrette a tornare a casa.
Adele decide imprevedibilmente di trasferirsi a Barcellona, dove partecipa alla resistenza contro la dittatura di Franco. Conosce e s'innamora di Pere, che lavora come pittore e la introduce nell'anti franchismo catalano, più precisamente alla resistenza non violenta. Adele riesce a trovare il suo spazio anche in Catalogna, diventando editrice ufficiale della rivista catalana antifranquista “Occident”, stampata in tipografie clandestinamente a Barcellona ma pubblicata ufficialmente a Genova.
Tornata in Italia, Adele si trasferisce a Milano per lavorare alla Mondadori e per l'enciclopedia Treccani.
Nel 1959 ha un figlio e lo cresce da sola, dopo essere stata abbandonata dal suo compagno.
Nel 1973 viene fondato il CISA, il centro d'informazione per sterilizzazione e aborto, con lo scopo di informare su contraccezione, sterilizzazione e aborto, con sede a Milano e presindente Adele Faccio.
Il CISA organizzava viaggi in cliniche olandesi o in inglesi, dove l'aborto era una pratica legale.Gli aborti organizzati al CISA erano abbastanza economici per permetterlo anche a coloro con difficoltà economiche. Inoltre al CISA si lavorava per cercare di ribaltare l'educazione colpevolista dovuta all'educazione patriarcale molto diffusa in Italia. Ci fu uno scontro duro e aspro con il partito della Democrazia Cristiana e con i seguaci della chiesa, ma Adele e i suoi compagni affermavano che alla chiesa non era concesso legiferare sulla libertà sessuale delle donne. Gli unici a sposare gli ideali di Adele sui diritti per le donne e la legalizzazione dell'aborto furono i radicali, di cui Marco Pannella ne era il leader e sostenitore di Adele.
Per questo motivo Adele viene riconosciuta come la "Paladina dell'aborto".
Nel 1975, durante una conferenza al Teatro Adriano di Roma, Adele dichiara pubblicamente di aver abortito e successivamente si trasferisce a Parigi clandestinamente. Tornata a Roma viene arrestata e trascorre 36 giorni in carcere, dal momento che interrompere una gravidanza all'epoca era considerato un "delitto contro la sanità della stirpe"(codice penale del 1930)
Dopo alcuni anni, nel 1978 il Parlamento approvò la legge n. 194, grazie anche all'intervento del partito radicale, legge che tutelava la maternità e prevedeva che la donna chiedesse un certificato e passasse 7 giorni di riflessione prima di abortire, operazione che divenne possibile solo in ospedali pubblici.
L'introduzione della legge n. 194 fu un evento rivoluzionario nella storia Italiana e un motivo di evoluzione per la società.
È necessario ricordare la battaglia di personaggi come Adele Faccio, di cui non c'è traccia sui libri di storia, ma che ha lasciato un grosso contributo per una società più libera e più giusta, nella speranza che possa ispirare i ragazzi di oggi.
Nata a Pontebba nel 1920, nipote della celebre scrittrice Sibilla Aleramo,Adele Faccio è stata l’emblema indiscusso delle battaglie per i diritti civili negli anni 70.
Dopo aver studiato lingue all'università di Genova, diventò insegnante di lingue nella stessa università.
Contemporaneamente scelse di lottare per la liberazione dal nazifascismo come staffetta e con nome di battaglia Vittoria.
Al ritorno dei soldati dalla guerra, molti posti di lavoro che si erano liberati per le donne vennero reclamati dagli uomini e le donne furono costrette a tornare a casa.
Adele decide imprevedibilmente di trasferirsi a Barcellona, dove partecipa alla resistenza contro la dittatura di Franco. Conosce e s'innamora di Pere, che lavora come pittore e la introduce nell'anti franchismo catalano, più precisamente alla resistenza non violenta. Adele riesce a trovare il suo spazio anche in Catalogna, diventando editrice ufficiale della rivista catalana antifranquista “Occident”, stampata in tipografie clandestinamente a Barcellona ma pubblicata ufficialmente a Genova.
Tornata in Italia, Adele si trasferisce a Milano per lavorare alla Mondadori e per l'enciclopedia Treccani.
Nel 1959 ha un figlio e lo cresce da sola, dopo essere stata abbandonata dal suo compagno.
Nel 1973 viene fondato il CISA, il centro d'informazione per sterilizzazione e aborto, con lo scopo di informare su contraccezione, sterilizzazione e aborto, con sede a Milano e presindente Adele Faccio.
Il CISA organizzava viaggi in cliniche olandesi o in inglesi, dove l'aborto era una pratica legale.Gli aborti organizzati al CISA erano abbastanza economici per permetterlo anche a coloro con difficoltà economiche. Inoltre al CISA si lavorava per cercare di ribaltare l'educazione colpevolista dovuta all'educazione patriarcale molto diffusa in Italia. Ci fu uno scontro duro e aspro con il partito della Democrazia Cristiana e con i seguaci della chiesa, ma Adele e i suoi compagni affermavano che alla chiesa non era concesso legiferare sulla libertà sessuale delle donne. Gli unici a sposare gli ideali di Adele sui diritti per le donne e la legalizzazione dell'aborto furono i radicali, di cui Marco Pannella ne era il leader e sostenitore di Adele.
Per questo motivo Adele viene riconosciuta come la "Paladina dell'aborto".
Nel 1975, durante una conferenza al Teatro Adriano di Roma, Adele dichiara pubblicamente di aver abortito e successivamente si trasferisce a Parigi clandestinamente. Tornata a Roma viene arrestata e trascorre 36 giorni in carcere, dal momento che interrompere una gravidanza all'epoca era considerato un "delitto contro la sanità della stirpe"(codice penale del 1930)
Dopo alcuni anni, nel 1978 il Parlamento approvò la legge n. 194 che tutelano la maternità e prevedeva che la donna chiedesse un certificato e passasse 7 giorni di riflessione prima di abortire, operazione che divenne possibile solo in ospedali pubblici.
L'introduzione della legge n. 194 fu un evento rivoluzionario nella storia Italiana e un motivo di evoluzione per la società.
È necessario ricordare la battaglia di personaggi come Adele Faccio, di cui non c'è traccia sui libri di storia, ma che ha lasciato un grosso contributo per una società più libera e più giusta, nella speranza che possa ispirare i ragazzi di oggi.
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