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WANDERN - cap.8

  • Sara Altafaj Cotrufo 3B
  • 27 feb 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Tutto sembra procedere al meglio. Ed è così. Le mie scadenze sono rispettate, i miei impegni sono fatti, scartati dalla lista uno dopo l’altro. La mia testa che prevede, pensa, elabora e agisce. L’orologio nella vecchia stanza che segna il lento o veloce scorrere del tempo, sempre contrario alla nostra volontà. Sempre il solito film sul divano: quello che comincia con la scritta “Universal Pictures” e finisce con gli sbadigli di mia madre, che dopo i cinque minuti si è già addormentata. Come se non fosse scontato.

La mia vita è scandita dagli stessi momenti, luoghi e persone: non che tutti mi dispiacciano, anzi, ci sono molti che preferirei di gran lunga che restassero così, ma a volte mi chiedo… non c’è altro per me? E se ci fosse un’altra possibilità, un altro modo di fare le cose? Che ne so, magari fare uno di quei pazzi viaggi in cui parti la mattina presto e torni la sera tardi, sfinito ed estasiato. Sfrecciare con la motocicletta vicino al lago, con la brezza che soffia leggera, scompigliandoti i capelli mentre tu ti aggrappi forte a tuo cugino che guida. Uscire alle due del mattino con una pioggia tremenda, e ballare con tua sorella. Sussurrare il tuo desiderio più nascosto nell’acqua, convinta che se lo custodirai là, nessuno potrà rubarlo. Pensare come i bambini, agire come loro, ma da adulti. In fondo, sono solo ragazzi cresciuti.

Certe volte vorrei sfuggire alla monotonia di una giornata piena di preoccupazioni e dirigere il mio sguardo verso una via ignota. Un po’ come ha fatto Dante “nel bel mezzo di cammin di nostra vita”: dopotutto, sono i suoi passi che l’hanno condotto a compiere un viaggio inaspettato ed elettrizzante. Si è ineluttabilmente affidato all’istinto, alla perdizione dell'orientamento e dei sensi. Vorrei solo fare lo stesso, lasciandomi alle spalle sguardi perentori e critiche serrate.

“Wandern” significa letteralmente “girovagare”. Curioso come non ci sia nessun dove, quando, come o con chi. Solo “girovagare”: in altre parole, avviarsi verso l’ignoto e scoprire il nuovo, l’inaspettato, il sorprendente. Mi immagin camminando insieme ad Ulisse e ad Enea, a Dante e a Marco Polo, deliziata dalla loro voce calda e suadente che ripercorre monti e mari, colline e pianure. Li vedo scaldarsi al ricodo di avventure e spedizioni, la loro pelle tremante, la loro adrenalina percepibile nell’aria. Ed imprimo tutto nella memoria. Tutti loro, per un motivo o un altro, hanno viaggiato. Hanno vissuto, ed è quello che, nei prossimi anni, intendo fare.

 
 
 

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