"La teoria dello specchio rotto"
- Paula Bellesi 4B
- 10 mag 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Esercizi di stile: Prefazione, “La teoria dello specchio rotto”

Riflettendo sulla spontaneità di un’idea di dubbia originalità, ho raggiunto una conclusione per la quale ho deciso di chiamare il principio che mi aveva portato ad agire in questa situazione “teoria dello specchio rotto”. L’ho intitolata teoria in quanto è una mia riflessione su un comportamento psicologico, che se avessi una mente meno fredda e tecnica o scientifica, chiamerei “sentimento”, o direi che è soltanto un “modo di essere”. Il comportamento a cui è riferita avviene sovente nel mio caso, e per questo mi sono permessa di analizzarlo: riguarda, nel vedere una persona compiere un atto considerato ammirevole, la spinta che ci incita a imitare tale atto o, se impossibile, semplicemente a farne qualche altro di altrettanto ammirevole.
Questo fenomeno avviene probabilmente piú spesso in persone dubbiose, insicure, o con un'autostima piú bassa: vedere qualcosa che ammiriamo, ci fa sentire (come il sublime romantico) una miscela di felicità, invidia, e tristezza in quanto sappiamo apprezzare l’atto, ma d’altro canto ci sentiamo inferiori e proviamo la necessità di metterci alla pari o superare l’altra persona, per una questione di fiducia e benessere con sé stessi. Il titolo della teoria è stato scelto in quanto, sperimentando questi sentimenti negativi, spesso è sgradevole vedersi allo specchio, poiché vediamo solo le nostre parti piú detestabili , quasi provando disgusto, non avendo fatto niente di apprezzabile che ci porti ad ammirare noi stessi come ammiriamo gli altri. Inoltre, uno specchio rotto crea tutte quelle incrinazioni che lo dividono in tante piccole schegge, e ognuna riflette diversamente dall’altra, mostrando l’immagine riflessa non piú completa, ma come molti frammenti diversi, in questo caso di noi stessi. Cosí perdiamo la nostra forma originale per trasformarci in un essere informe che è la somma di tante piccole imitazioni, di tutte quelle volte in cui solo per sentirci meglio abbiamo (forse immoralmente) imitato qualcuno, rendendo estrinseca a noi quell’azione che ci avrebbe reso ammirevoli, e diventando solo un confuso mosaico molto poco originale.

Nel corso della storia della letteratura e l’arte l’imitazione e l’originalità si son mosse binariamente, spesso codipendenti. Perciò, con sicurezza affermo che un riflesso può pure essere rotto in piccoli frammenti storpi, ma il fatto di poterli montare come un collage, decorarli, e renderli personali ricostruendo la propria immagine, anche se a spezzoni, dev’essere comunque fonte di orgoglio, poiché, in fondo, mostra della piú pura originalità.
"Teoria dello specchio rotto", Paula Bellesi ->
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