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  • Immagine del redattoreSara Altafaj Cotrufo

“DENTRO E FUORI LA SCUOLA”: INTERVISTA A SARA CORCIONE


Ex-studentessa del Liceo Amaldi di Barcellona, iscritta alla facoltà di Giurispridenza e autrice di numerosi libri, tra cui “Los locos o los que se atrevieron a seguir pensando” (tradotto anche all'inglese), “A orillas de la cotidianidad” (con Círculo Rojo editorial) e “Las consecuencias de un viaje alterado”. Oggi conosciamo di più questa ragazza brillante in tutti i sensi.

Buongiorno Sara, come stai?

Sto bene, grazie.

Qual è stata la tua esperienza al liceo?

Tenendo conto del fatto che ho trascorso tre anni in Italia frequentando il liceo classico poi mi sono traferita qui a Barcellona a fare lo scientifico, considero di aver vissuto due esperienze molto diverse. Una cosa è certa: un fatto che contraddistingue l’esperienza liceale italiana è l’aspetto della valutazione. Mi spiego meglio: il fatto che il nostro sistema scolastico adotti forme di valutazione scritte e orali rispetto a quello spagnolo apre molte porte nel mondo lavorativo (nell’ambito della comunicazione ed altri). In particolare, il Liceo Amaldi mi ha offerto la conoscenza di storie molte diverse proprio per la varietà propria del suo ambiente cosmopolita. A scuola bene o male avrai sempre chi ti guida , ma all’università devi fare i conti con te stesso e con la tua capacità di organizzazione.

Come e quando hai capito cosa avresti voluto fare? Con che mezzi, sempre se ce ne siano stati?

In realtà non sono molto sicura di cosa voglio fare: so per certo che la carriera universitaria che ho intrapreso, vale a dire Giurisprudenza, mi offre molte alternative e mi concede anche del tempo per riflettere sui miei piani futuri, ma devo ammettere che nel scegliere questo tipo di strada ne ho scartate altre che forse mi sarebbero piaciute di più (di Lettere o Storia, magari). Ciò che ho fatto consiste quindi nello scartare quello che ero sicura non mi piacesse, per poi passare ad analizzare quelle carriere che mi avrebbero portato a più sbocchi lavorativi, più opzioni. Ma se siete già convinti di cosa fare, lungi da me allontanarvi dal vostro sogno!

Qual è l’atteggiamento più adeguato da adottare in vista della maturità, a tuo parere?

Secondo me, ci sono due cose da fare: studiare con impegno e dedizione (non in vista della maturità, ma per TE, per imparare durante tutto l’anno) e stare tranquilli. Ricordate, nessuno sa come saranno esattamente gli esami: a noi, per esempio, l’anno comunicato solo un mese prima! È davvero inutile e forse anche controproducente innervosirsi un anno prima, come non serve neanche studiare tutto all’ultimo momento; nessuno dei due estremi aiuta.

Naturalmente in quattro anni di studi superiori non tutto è stato sempre, come si suole dire “tutto rose e fiori”. Come hai superato i diverbi con alunni e/o professori negli anni del liceo?

Wow, questa sì che è una domanda difficile! Nonostante abbia sempre cercato di andare d’accordo con tutti, non sempre coincidevo con i mie compagni e/o docenti, il più delle volte perché la vedevamo in modo diverso. “Sorridi e vai avanti” è probabilmente ciò che ci dicono di fare, ma a volte ci vuole del tempo, pazienza o comprensione mutua. Quasi sempre tutte e tre.

Ciò che ho imparato è che non serve neanche farsi sangue amaro per discordie di poco conto, tantomeno cercare di cambiare l’altro o gli altri: io consiglio di rifarsi sempre alla cordialità. Dopotutto, li o le vedi solamente a scuola, non serve farci necessariamente amicizia.

Quali sono alcuni consigli che daresti ai e alle più giovani che avanzano in questo percorso di studi?

Partendo dal fatto che sono “sotto shock” per il cambio repentino che suppone il passaggio liceo-università, non saprei ben bene che consigli dare. Di una cosa sono sicura, però: ce la farete, non dovete arrendervi. Ci saranno giorni più complicati di altri, ma altrettanti belli, fatti di condivisione e comprensione. Infine, bisogna essere resilienti: non importa se prendi un brutto voto, ma è importante rialzarsi e andare avanti.

Parlaci della tua esperienza all’università e, se ti è possibile, confrontala con il liceo a livello di piani e metodi di studio, carico di impegni, iniziative, ecc...

Vorrei fare una breve premessa: come alcuni sanno di già, io adesso frequento la UNED (Universidad Nacional Española a Distancia), vale a dire che non prevede la presenza “in loco” dello studente o della studentessa. Detto ciò, credo vi sia una sostanziale differenza a livello organizzativo: mentre coloro che hanno scelto quella presenziale hanno una media di ¾ ore di lezioni al giorno e una serie di esami a fine semestre (parziali, finali, ecc…), ma anche e soprattutto un calendario di esami, lezioni, ore, aule e così via, la mia università prevede una lezione a settimana (a volte non tutte le settimane). Inoltre il singolo può decidere se frequentare o meno la sede “reale” dell’università, e questo permette molta più flessibilità a chi è distante o a chi ha intenzione di gestire il proprio tempo studio.

Per fare una sintesi, secondo me è stato più difficile il liceo in quanto a contenuti e impegni, ma è anche vero che all’università ci sono più tecnicismi: ma dopotutto, è proprio per questo che si dà la possibilità della scelta, no?

Quali credi siano i valori o le caratteristiche che potrebbero aiutare di più una studentessa o uno studente?

Credo che ci siano tre cose che sono indispensabili per ogni studente: la fiducia in sé stessi, il rispetto degli altri e i sogni. La fiducia per riuscire ad ottenere ciò che desideriamo e non abbatterci, il rispetto per poter convivere serenamente con gli altri e i sogni per spingerci avanti e ricordarci che il mondo non si limita alle quattro pareti dell’aula di scuola.

Bene, direi che con questo abbiamo concluso. Ti auguro il meglio in questo nuovo percorso e buone (imminenti) vacanze!

Anche a te e a voi. Buon Natale e buon anno!

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