Intervista all’ex-alunna Paula Bellesi
- melania messina
- 4 ott 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Per questa prima edizione dell’anno scolastico 2021-22 abbiamo avuto l'opportunità di intervistare una persona che è stata una colonna portante per questa scuola, come rappresentante d’istituto per due anni di fila e come primo capo redattore del giornalino “De Amaldi” nei suoi primi mesi di vita, Paula Bellesi, che oggi ci racconta la sua esperienza nel liceo e nel mondo universitario, mentre si ritrova al primo anno del Politecnico di Milano.

Qual è stata la tua esperienza in totalità all'interno della scuola Amaldi rispetto alla scuola italiana che hanno frequentato i tuoi compagni attuali?
Sinceramente, sono stata molto fortunata per i professori e ho costruito un buon rapporto con loro.
Mi sono trovata molto bene all’interno dell’Istituto Italiano, però parlando con altra gente che ha fatto il liceo in Italia, devo dire che la differenza non è così sostanziale come avrei pensato. C'è da aggiungere che nel mio corso, “ingegneria e informatica”, ci sono persone che provengono dal classico, dal linguistico, dallo scientifico e molti altri indirizzi, quindi è anche interessante questa differenza tra noi, perché posso parlare con persone che vengono dal tecnico e dallo scientifico di materie appunto scientifiche o magari posso parlare di Petronio con quelli che vengono dal classico. Dopotutto, le conoscenze sono circa le stesse e io mi ritrovo allo stesso livello che hanno raggiunto gli altri ragazzi ma con una prospettiva più vasta. Può essere che io non abbia fatto argomenti più specifici che possono servire per l'università ma, d'altro canto, io ho fatto altre cose che non tutti hanno avuto la fortuna di fare, si può dire che è un tipo di preparazione diversa, con esperienze diverse.
Come si può trovare secondo te l'università perfetta e poi essere sicuri che ti piaccia?
Allora, prima di tutto è difficile, molto difficile, secondo me è astratta come scelta perchè resta nel vuoto finché non lo provi, poi ho sentito molte opinioni diverse e anch'io ci ho pensato, perchè tutti mi chiedevano “cosa vuoi fare da grande?” e ognuno poi mi consigliava cose diverse. Si può partire da un ambito che ti piace e se hai già qualcosa in mente cercare di interessarti verso quella strada perché ti aiuterà a capire se è quello che vuoi davvero, un difetto che ha il Liceo è che ti offre una preparazione molto ampia, e non è come i licei più specifici, come quando passi dalle Medie al liceo tu stai già facendo una scelta sul tuo futuro, per esempio chi va al tecnico è già sicuro che molto probabilmente non andrà a studiare lettere.
È una scelta difficile in generale perché hai la paura che non sia giusta e ti dicono sempre che sei in tempo a cambiare, in effetti puoi farlo, però prendere una decisione, imbarcarsi in una nuova avventura, cercare di fare lo sforzo di muoversi e di cambiare città non è facile. Nonostante tutto è comunque una scelta che tutti ci siamo ritrovati a fare una volta nella vita, quella di fare un passo in avanti e non sapere se è giusto o no.
Devi confrontare le tue abilità, quello che ti piace, come ti immagini in un futuro e cercare di fare combaciare queste cose. Alla fine devi prendere una strada e fidarti che quella sia la scelta, che secondo te sia la più giusta, io stessa non ero sicura di cosa avrei voluto fare in futuro.
Sapevo di voler fare qualcosa nell’ambito scientifico, ma anche quello l'ho messo in dubbio inizialmente.
Quando ti ritrovi a fare questa scelta devi essere in pace con te stesso e dire “Ho fatto quello che ho potuto, mi sono informata e credo che questo mi possa interessare” e darti la pace perché non puoi sapere in anticipo se sarà giusto o no. Se poi magari scopri una tua nuova passione nel frattempo, anche se non è facile riuscirai a cambiare strada e farai ciò che ti piace per inseguire i tuoi sogni.
Una cosa che consiglieresti agli alunni della scuola Amaldi da fare entro la fine del liceo.
Delle cose che avrei voluto fare e che non ho potuto fare a causa del COVID-19, magari qualche viaggio o esperienza fuori, sia lavorativa, sia di volontariato, oppure andare a imparare una lingua all’estero. Qualcosa del genere che ti faccia conoscere più gente, che ti faccia vedere il mondo da un'altra prospettiva, secondo me è utile anche per trovare te stessa e vedere cosa ti piace veramente, perché è una condizione in cui tu ti ritrovi in un ambiente nuovo e dipendi da te stesso.
Secondo me, è un'esperienza che ti spinge a crescere e poi è divertente e ne vale la pena, non dico di andare lontanissimo, ma anche semplicemente uscire un po' dalla propria zona di conforto, sprona te stesso a provare qualcosa di nuovo perché alla fine, non sai se una cosa ti può piacere finché non la provi. Un'altra cosa che consiglierei ampiamente è di parlare con chiunque conosciate, anche amici di genitori oppure fratelli, grandi amici e farvi spiegare la loro esperienza. A mio parere, è molto interessante sentire come persone diverse, di posti diversi vivono le sfide che si riscontrano nella vita. Questo aiuta a capire cosa si potrebbe evitare di fare o cosa si sarebbe potuto fare in certe condizioni, quindi può essere molto interessante e probabilmente ci sono sempre consigli utili di cui approfittare.
Ringrazio Paola Bellesi per la sua partecipazione in questo progetto l’anno scorso e per il tempo che ci ha dedicato per condurre questa magnifica intervista.
댓글