NUOVA CRISI MIGRATORIA IN EUROPA - SAREMO IN GRADO DI GESTIRLA?
- Martina Lago e Claudia Di Renzo
- 15 nov 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Da qualche giorno ormai abbiamo visto il nucleo migratorio verso l’Unione Europea spostarsi dal Mediterraneo ai territori dell’ex blocco comunista.
La Bielorussia sta infatti svolgendo una guerra contro l'Unione Europea, per far rimuovere le sanzioni che le erano state imposte nel giugno di quest’anno dovuto alle accuse di autoritarismo. L'arma di questa guerra sono i migranti.
Il dittatore bielorusso Lukashenko ha attirato migliaia di migranti dal medio oriente, creando una fitta rete di voli per Minsk e fornendo visti turistici. Essi sono stati accompagnati dall'aeroporto fino agli hotel della capitale. Poi sono stati trasportati dagli stessi furgoncini fino al confine con la Polonia con la promessa di farli entrare nell’Unione Europea.
In questo momento, accanto al filo spinato del confine si contano almeno 2000 persone accampate. Hanno poche tende e ancora meno sacchi a pelo, dormono per terra, accanto a legna che brucia senza però scaldare, perchè a Minsk la temperatura è già sotto zero. Tra loro ci sono bambini di due, tre anni. Sono intrappolati in un limbo dove se tentano di avanzare, vengono immediatamente respinti dalle guardie polacche e dal filo spinato, sinonimo di confine. Se invece retrocedono vengono picchiati dai soldati bielorussi e rifiutati da quella nazione che era riuscita ad ingannarli, colmandoli di false speranze.

Eppure tra Bielorussia e Polonia questa emergenza umanitaria, è trattata come un’operazione militare. Proprio per questo motivo Lukashenko è stato accusato dalla presidentessa della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, di “usare le persone come pedine”. I paesi membri dell’Unione Europea sono quindi stati invitati ad approvare ulteriori sanzioni contro Lukashenko, ultimo dittatore d’Europa, ma nonostante ciò, in grado di mandare in crisi il maggiore blocco commerciale del mondo.

La totalità dell’ Unione Europea si rende quindi complice del reato di violazione dell’obbligo di soccorso a persone in grave pericolo. Essa, sempre pronta a difendere e patrocinare i suoi valori, permette che questo rimpallo di esseri umani alla frontiera tra Polonia e Bielorussia prosegua.
La Polonia che in queste circostanze sta dimostrando una mancanza assoluta di solidarietà nei confronti di altri esseri umani che fuggono dalla miseria e dalla morte, non solo tradisce sè stessa, ma perfino quella fede cristiana che professa in modo così prevalente.
Di certo è necessario trovare una soluzione, imporre delle sanzioni commerciali avrebbe un impatto quasi nullo, dato che per i prodotti bielorussi i confini con la Russia sono sempre aperti. Sarebbe invece più utile emanare delle sanzioni per le compagnie aeree complici di Lukashenko, in modo da porre fine a questa tratta di essere umani.
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