SUPER LEGA CALCISTICA : sport o macchina da soldi?
- Alice Larocca 2B
- 25 apr 2021
- Tempo di lettura: 2 min
La superlega europea è convinta che ci sia bisogno di un cambiamento decisivo nel calcio e afferma questo: “Proponiamo una nuova competizione europea perché il sistema esistente non funziona. L’obiettivo della nostra proposta è quello di permettere allo sport di evolvere e allo stesso tempo generare risorse e stabilità per l’intera piramide calcistica, compresi gli aiuti per superare le difficoltà finanziarie a cui è andata incontro l’intera comunità calcistica, a causa della pandemia”.

La superlega è quindi la dimostrazione del trionfo del capitalismo globale anche sul calcio purtroppo. Un calcio che ormai mira solo a trarre profitti e non più al divertirsi, è diventato un vero e proprio giocattolo nelle mani di signori privilegiati che vogliono solo trarne vantaggi. Il progetto della superlega è stato ideato per cercare di porre fine e di trovare una soluzione alle esigenze economiche a cui il calcio non ha mai saputo trovare rimedio. L’idea era quella di un’associazione a cui si accede per soldi e accordi preventivi, non per merito, come invece funziona per la champions league.
Sono state scelte dodici squadre tra le più prestigiose e ricche del calcio europeo, per entrare a far parte di una nuova organizzazione, che avrebbe dato loro l’opportunità di ridurre i propri debiti.
L’Uefa era stata chiara con gli interessati alla superlega, dicendo loro che sarebbero stati espulsi da coppe e campionati, da Europei e Mondiali.
Fortunatamente il progetto è fallito nel giro di due giorni, la prima squadra a rifiutare l’offerta è stata il Manchester City, e da 12 squadre ne sono rimaste cinque italiane e spagnole. È stata la stessa Superlega ad annunciare quindi la fine del progetto.
Per molti la Superlega europea sembra una scopiazzatura della Nba americana: con regole complesse, squadre sempre in viaggio, marketing e merchandising esasperato. Ma il basket Usa è arrivato lì attraverso un lungo percorso. Non di colpo, per le fantasie di qualche miliardario.
La globalizzazione del denaro e del profitto sta arrivando a mangiarsi tutto il nostro mondo: dall’istruzione, alla sanità, allo sport e in particolare al calcio, che è quello che porta più denaro, perché è più popolare, per il vasto numero di tifosi e spettatori.
L’unico strumento che noi tifosi e spettatori abbiamo è quello di essere resistenti e non resilienti, il calcio, ma in generale lo sport è un bene comune, e ce lo dobbiamo riprendere. È arrivato il momento di far crollare questo assurdo sistema a cui tutti siamo stati abituati, che sta diventando un mostro che ha sempre più bisogno di fondi economici. Possiamo dire basta a tutto questo o almeno provarci. Perché lo sport non dovrebbe escludere nessun partecipante , lo sport è unire i più forti e i più deboli, senza differenze, includere, creare confronti e accettare l’imprevedibilità del risultato di una partita.

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